• LA FESTA DEI BANDERESI – BUCCHIANICO

    Foto2675L’Abruzzo è una terra da scoprire. Oltre al mare e alle vicine montagne e una terra anche ricca di tradizioni. Così domenica 18 maggio io e i miei amici ci siamo lasciati tentare dalla visita di un piccolo paese del chietino, Bucchianico, paese posto su di un colle  e dalla quale si gode una bellissima vista che spazia dalla Majella al mare Adriatico. La visita era la scusa per assistere ad una rinomata festa chiamata “dei Banderesi”, festa che ripercorre un evento avvenuto nel XIV secolo quando Bucchianico fu minacciata dalla vicina Teate, o secondo altre fonti, da truppe mercenarie, che dopo aver conquistato Chieti, volevano impadronirsi di Bucchianico. I cittadini delle vicine campagne si videro costretti a rinchiudersi entro le mura della città, protette dal Sergentiere (il capitano della truppa comunale). La leggenda vuole che Sant’Urbano, apparso in sogno al Sergentiere, abbia consigliato la strategia militare per sconfiggere il nemico, cioè far vestire molti uomini con corazze e munirli di armi e farli correre qua sulle mura della ronda facendo credere agli avversari di essere in minoranza e riuscendo, così, a farli desistere dall’attacco. Ancora oggi questo evento è molto sentito dagli abitanti che si preoccupano di ricordarla con La Festa dei banderesi che dura una settimana. Noi siamo andati il 18 maggio, data di apertura della cerimonia. Molto bene organizzata, con un bus navetta gratuito che permette di raggiungere il paese anche se si lascia l’auto distante. Appena arrivati abbiamo assistito all’arrivo di un bove adornato per la festa accompagnato dai  Banderesi . a seguire,  all’ingresso del paese l’incontro tra il Banderese ed il Sergentiere con la consegna del “ramaietto”. Da qui ci si muove verso Piazza San Camillo de Lellis dove ci aspetta la  sfilata dei canestri con fiori di carta e dei carri con la tradizionale “Ciammaichella”. Molte le Foto2664contrade del paese alle quali viene dato il compito di organizzare (i preparativi durano un anno intero), disponendo di circa mille figuranti, l’allestimento di carri e canestri con motivi floreali e primaverili. Si assiste dapprima,  ala sfilata dei fiori, la cosiddetta Ciammaichella (che consiste nel percorrere in corteo la piazza principale del paese con movimenti zig-zag), poi si apre la sfilata dei che partecipano al Palio dei Banderesi, gara in cui vince l’opera più bella. Seguono i 4 carri, “Il Pane”, “Il Letto”, “Il Vino” e “La legna”, della contrada del Banderese, simboli essenziali della casa e del focolare. Ci è stato poi detto che il 25 maggio è la festa di Sant’Urbano, per tutto il giorno cerimonie cavalleresche e religiose si susseguono nel borgo: i 9 giri dei Banderesi con il tradizionale costume con fasce rosse e azzurre e il pennacchio di piume colorate, la processione con le reliquie del santo e il banchetto finale. Il giorno successivo è dedicato alla preghiera e al ringraziamento, con la benedizione dei cantoni del paese e la sosta dei Banderesi e del Sergentiere nelle chiese cittadine. L’unica cosa che più ci ha colpiti è che a fine festa il bove tanto osannato durante la festa viene ucciso e mangiato. La cerimonia alla quale abbiamo assistito è stata davvero molto bella, direi unica nel suo genere. Non avrei mai immaginato dell’esistenza di una tradizione così particolare che riesce a coinvolgere tutto il paese e non solo. E’ una festa che ha a che fare con l’identità e le radici della cittadina e che ogni anno si Foto2613avvale di una partecipazione corale della cittadinanza.




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