• Girovagando per Manoppello, L’Abbazia di Santa Maria d’Arabona

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    Girovagare per l’ Abruzzo ti permette di scoprire tanti angolini nascosti. Una sosta ce la siamo concessi nella piccola cittadina di Manoppello, in provincia di Pescara. Abbiamo così fatto una sosta presso l’Abbazia di Santa Maria d’Arabona , una bellissima chiesa eretta nel 1206 coniderata come  uno dei più grandi esempi di arte cistercense e di modello di arte gotica Borgognona.

    Il Cero pasquale è l’opera più interessante presente nell’Abbazia, alto sei metri ed è stato realizzato nel XIII sec. in pietra bianca. Rappresenta Cristo che con la Chiesa vince sul peccato e la minaccia, ed il male viene rappresentato in basso dai due cani e due leoni (di cui uno è andato perso). Il tema di cristo ritorna nell’immagine del tralcio di vite con gli uccelli che beccano l’uva, il tutto simboleggia il sacro nutrimento della fede. Sull’abaco del capitello ci sono dodici capitelli, che rappresentano i dodici apostoli. Gli affreschi dietro l’altare sono posteriori alla costruzione, infatti la regola cistercense vietava la presenza di decorazioni in chiesa. Di questi il più importante è quello che raffigura la Vergine con il bambino in grembo, sia per i decori m anche per l’immagine del cagnolino che spritualmente indica la fedeltà.

    Una volta usciti dall’abbazia, ci siamo incamminati per andare a visitare un reperto archeologico venuto alla luce da poco tempo, la Vilal Romana. Nel tragitto ci siamo fermati  a visitare un’antica fontana, nota per il suo nome un pò tanto particolare, la Fonte degli Svergognati. La fontana è di proprietà privata ma è possibile visitarla tranquillamente. Non ci sono molte indicazioni per arrivare, ma dista solo 300 metri dall’Abbazia e sullo stesso percorso che vi porterà anche alla vilal Romana. Questa fonte è stata costruita nel 1827 da un certo F.S., non sappiamo quale sia il nome completo, ma capiamo che è lui l’autore perchè le sue iniziali  su una sorta di lapide triangolare posta al centro della fontana, sotto una serie di scritte in latino, cancellate in parte dal tempo.

    Una curiosità, le iniziali F.S…sono le stesse di Font degli Svergognati! Sarà un caso? Perchè Fonte degli svergognati? Sembrerebbe che l’autore avesse una moglie non molto fedele e decise di dedicare questa fontana ai propri figli, per metterli in guardia dalla fedeltà delle proprie mogli. Le tre statue rappresentano due bambini dalla quale esce acqua dagli orifizi genitali e anali. entrambi indossano un berretto, lo stesso portato dagli schiavi quando venivano liberati, questo a sottolineare la libertà dei costuumi e la poca fedeltà. Infine la terza statua rappresenta proprio la moglie, è quella dalla quale fuoriesce acqua, si perchè, l’acqua e per tutti…come la moglie. Insomma, non è proprio una dichiarazione d’amore!

    A poco più di un km a sud della celebre Abbazia medievale di Santa Maria Arabona si trova la Villa Romana, ben segnalata e facilmente raggiungibile. Attenzione, perchè la villa è aperta solo nei giorni festivi, questo perchè per visitare i resti   bisogna entrare all’interno di un cancello che appartiene ad una villa privata. Si proprio così,  dovrete entrare nel giardino di una villa, dove sono stati  rinvenuti i resti di un’antica e nobile villa romana di campagna utilizzata dagli aristocratici del tempo e che avevano qui grandi coltivazioni di uva e prodotti della terra.

    Sono ancora ben visibili i resti degli ambienti residenziali, soprattutto i vani che venivano utilizzate per le terme, con la presenza di una piccola vasca con pareti rivestite in malta idraulica. Meravigliosi i resti dei mosaici che ci fanno capire come i proprietari fossero ricchi, la dove sono presenti si capisce che erano poste le stanze residenziali. I mosaici sono tutti caratterizzati dall’uso della bicromia bianca e nera, tipica del prima metà del I secolo a.c. Si vedono inoltre anche i resti di ambienti utilizzati per la rimessa di attrezzi agricoli e stoccaggio del raccolto ben visibile nella cisterna realizzata in coccio. Il pavimento qui cambia, non più i preziosi mosaici ma materiali più resistenti e robusti.

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