• Mont Saint- Michel: tutto quello che devi sapere

    Mont Saint-Michel è una tappa che non può assolutamente mancare se tri trovi in Normandia o in Bretagna. Dire che è un posto magico non si esagera affatto, perchè è sicuramente un luogo unico a se stante e che dal 1979 fa parte del patrimonio Unesco.

    Mont Saint-Michel è costruito su un isolotto noto per le sue importanti maree, quando l’alta marea è alta tutto  intorno alla rocca si allaga completamente e rimane in superfice solo il sottile camminamento per raggiungere il borgo e l’abbazia. Quando si verificano le maree più grandi anche il viottolo che porta a Mont Saint-Michel viene ricoperto dall’acqua e la rocca diventa una vera e propria isola, distante circa 15 km dalla terra ferma pertanto l’accesso al Monte potrebbe non essere possibile durante tutta la giornata. Con la bassa marea l’isolotto sembra un villaggio a se stante circondato solo dalla spiaggia e dal verde, davvero molto suggestivo. Se avete la fortuna di incappare in una giornata in cui c’è sia l’alta che la bassa marea, resterete stupefati di come l’acqua arrivi in maniera veloce e prepotente cambiando il paesaggio in pochi minuti. Vi do un consiglio, organizzatvi prima di partire scrivendo e chiedendo l’orario delle maree sul sito dell’Ente del Turismo della Normandia . Tra i punti privilegiati per godersi lo spettacolo delle maree ci sono le mura della rocca, la terrazza Ovest (sul sagrato dell’Abbazia, il cui accesso è compreso nel biglietto di ingresso) o il ponte-passerella che collega l’isola alla terraferma.

    Proprio per l’effetto delle maree e per proteggere il sito dalla rovina per la grande presenza di turisti per accedere è necessario rispettare delle regole: bisogna posteggiare la vostra macchina presso il nuovo parcheggio situato a 2,5 chilometri dall’entrata del Mont Saint-Michel (intra-muros). Dal parcheggio avete diverse possibilità per raggiungere il Mont o con  la navetta gratuita (fermata a 400 metri dalle mura) o con  il percorso pedonale che passa per il nuovo ponte-passerella (circa 30 minuti di cammino) oppure pagando una navetta trainata da cavalli . 

    Dove dormire. Se riuscite a prenotare con un pò di anticipo potrete dormire anche  sull’isolotto. Ci sono diverse strutture: Le Mouton blanc, Les Terrasses Poulard, La Mère Poulard, l’auberge Saint Pierre, non sono molte, ma sono sicuramente storiche e potrebbero avere camere sparse in diversi punti dell’isola, considerate che il borgo è piccolo e si alloggia in case antiche ora utilizzate come stanze per turisti. Le camere non sono grandi e massimo potrete trovare un 3 stelle. I prezzi? Mettete in conto minimo 200 euro a notte, lo so è un pò caro, ma quanto vi capiterà di tornare qui e dormire in un posto così? Non badate a spese, il solo fatto di girare Mont saint-Michel di sera senza la flotta di turisti che la invadono di giorno e magare trovarsi anche a vedere una marea davvero non ha prezzo! Chi alloggia in hotel ha riservata un’area del parcheggio, sempre a pagamento ma più comoda e più vicina alla fermata della navetta.

    Come è nata Mont Saint-Michel? La leggenda racconta che l’arcangelo Michele nel 709 apparve al vescovo di Avranches chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia. Il vescovo ignorò tuttavia per due volte la richiesta finché San Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco del suo dito, lasciandolo tuttavia in vita. Il cranio di Sant’Auberto con il foro è conservato nella cattedrale di Avranches. Un’altra leggenda racconta che esisterebbe una “linea energetica” che partirebbe dall’Irlanda fino ad arrivare ad Israele, una linea che collegherebbe in maniera dritta e precisa chiese che portano tutte il nome di San Michele. Ancora più strano è il  collegamento che esisterebbe tra Mont Saint Michel, e due chiese italiane, la Sacra di San Michele in Val di Susa e Monte Sant’Angelo sul Gargano. I tre luoghi sarebbero collegati non solo dalla linea energetica, ma addirittura dalla stessa identica distanza in km tra loro. La linea energetica sarebbe stata creata dalla rotta della spada lanciata  da San Michele,  nell’intento di uccidere il demonio, presentatosi sotto forma di serpente. Se osservate la cima dell’Abbazia noterete proprio la statua dorata del Santo con la spada in mano.

    Cosa vedere e cosa fare: il primo impatto è con la Grand rue, che di grande non ha nulla, perchè è la unica via di ingresso al borgo ed una strada stretta ed in salita, circondata da vari negozietti turistici sparsi e le poche strutture alberghiere. La prima a spicacre è il negozio/ristorante/alberrgo della Mère Poulard, che è presente sull’isola  dal 1888.  Annette Poulard inaugura la sua locanda a Mont-Saint-Michel e diventa famosa  per la sua omelette effetto soufflé e la sua lunga e celebre carriera le varrà il titolo di “mère”, in onore delle sue grandi qualità culinarie. Se vi fermate davanti la sua locanda potrete ammirare come la cucina sia in vista e come i lavoranti si dilettino a preparare ancora oggi la sua famosa omelette, seguendo il metodo Poulard. La cosa che vi meraviglierà e che preparano il magico soufflè, mescolando gli ingrendienti in un tegame in rame e sbattendoli a ritmo di una particolare musichetta. Fantastici!

    Ovviamnete non potete perdervi una visita all’Abbazia di Mont Saint-Michel. leggende a parte, che vi abbiamo anticipato prima, in realtà bisogna dire che, se è pur vero che il tutto è nato nel 709, bisogna anche dire che l’isolotto prima non aveva l’aspetto che vediamo oggi, c’era la foresta di Scissy, che avvolgeva il Mont Saint-Michel che ancora non era sommersa dal mare. La roccia dove ora sorge l’abbazia svettava nella foresta e veniva utilizzata per antichi riti druidici. Ma a partire dal III secolo dopo Cristo il terreno su cui sorgeva la foresta iniziò a sprofondare fino a quando, nel 709, una marea equinoziale distrusse definitivamente la foresta. Il monte fu dedicato a San Michele e divenne un importante centro religioso proprio nel 709, lo stesso anno della grande marea che distrusse la foresta. Mont Saint Michel acquista un valore strategico con l’annessione al ducato di Normandia della penisola del Cotentin nel 933, venendosi a trovare al confine con il ducato di Bretagna. Il duca Riccardo I (943-996) nel corso dei suoi pellegrinaggi al santuario rimase indignato dal lassismo dei canonici, che delegavano il culto a clerici salariati, e ottenne dal papa Giovanni XIII una bolla che gli dava l’autorità di riportare l’ordine nel monastero e fondò una nuova abbazia benedettina nel 966, con monaci provenienti da Saint Wandrille.La ricchezza e la potenza di questa abbazia e il suo prestigio come centro di pellegrinaggio  tanto da rendere necessario la creazione  un villaggio ai piedi del santuario per dare accoglienza ai pellegrini.

    L’abbazia benedettina fu edificata a partire dal X secolo con parti giustapposte che si sono sovrapposte le une alle altre negli stili che vanno dal carolingio al romanico al gotico flamboyant. I diversi edifici necessari alle attività del monastero benedettino sono stati inseriti nel poco spazio angusto a disposizione. La parte più interessante è l’insieme  della Merveille, situato immediatamente a nord della chiesa abbaziale e comprende il chiostro, il refettorio, una sala di lavoro. Il nome Merveille deriva proprio dalla perfetta perizia architettonica utilizzata al tempo e che permise di realizzare sul pendio di una rupe i corpi di due edifici a tre piani, giustapposti tra loro grazie a dei sostegni che hanno anche un valore ed una bellezza architettonica. La regola dell’abbazia è quella dei monaci benedettini: preghiera e lavoro, pertanto la disposizione delle stanze è stata imperniata tenendo conto di queste due attività. La visita dura circa un’ora e potete farla da soli aiutandovi con il cartaceo che vi verrà dato all’ingresso, o affitando l’audioguida o addirittura prenoatndo un tour in lingua italiana.

    Infine una curiosità: Lo sapevate che Mont Saint-Michel ha una gemella? Si chiama Saint Michel’s Mount e  si trova su un’isoletta della Cornovaglia collegata durante la bassa marea alla terra ferma da una passerella.

     



Comments


  • Leave a comment