• Palos de la Frontera, la culla della scoperta dell’America

    Palos de la Frontera, vicinissima al Portogallo,  è nota anche come l’itinerario di Colombo, infatti Colombo salpò da Palos de la Frontera il 3 agosto 1492 (e ogni 3 agosto qui è grande festa!) per noi italiani è Cristoforo Colombo e che per gli spagnoli invece è Cristobal Colòn.  Di vocazione marinara, fu la culla della scoperta dell’America. Fu dal suo porto infatti che salparono, nell’agosto del 1492, le tre caravelle che due mesi dopo sarebbero sbarcate sulle coste remote e sconosciute del nuovo continente. Il porto di Palos de la Frontera ha perso il ruolo di protagonista che rivestiva 500 anni fa, dato che attualmente si trova nell’entroterra per via del terremoto di Lisbona del 1755, che provocò importanti cambi nella costa, e per la costruzione in epoca più recente di dighe a protezione del porto di Huelva. In questa località si respira ovunque la storia della scoperta dell’America, qui è dove l’equipaggio di Colombo ricevette l’ultima Comunione prima di salpare.

    L’attrattiva principaledel posto è proprio  una moderna darsena che accoglie le copie a grandezza naturale della Niña, della Pinta e della Santa María, le tre imbarcazioni della spedizione di Cristoforo Colombo. La loro visita permette di capire la follia di questo grandioso progetto e degli uomini che partrono a bordo di navi le cui dimensioni sembrano impossibili per poter affrontare un si tale viaggio! Potrete anche salire sulle navi, dove all’interno sono state ricreate alcune scene di vita dei marinai. Tutto attorno le caravelle c’è una specie di museo all’aria aperta dove si espongono indiani, capanne e altro per interagire e poter realizzare foto divertenti. Oltre alle caravelle, c’è anche una piccola mostra e una presentazione audiovisivache narra le disavventure della spedizione. Scoprirete così che le tre caravelle furono costruite per l’Expo’92 di Siviglia. Vi raccomando di visitarlo perché ne vale la pena. Le caravelle sono ben realizzate.

    Per arrivare bisogna ricordare che è vicino al porto di Huelva e che bisogna stare molto attenti ai segnali che vi possono depistare. il riferimento resta sempre il museo delll Rabida, questo molo è proprio accanto.   C’é posto in abbondanza per parcheggiare. l’ingresso è di PREZZO € 3.5. Indirizzo: Muelle de las Carabelas 21819 Palos de la Frontera(Huelva) al Molo delle Caravelle (“Muelle de las Carabelas”) A all’incrocio da La Ràbida si scende sulla destra e si arriva.

    Da visitare anche il monastero di La Rábida è dove alloggiò Cristoforo Colombo si ritirò a studiare le carte nautiche, passò giorni e giorni a discutere con padre Antonio de Marchena, specialista in astrologia e cosmologia, del proprio progetto attende anni e anni (quasi sette, alla fine) il “sì” della corte di Spagna, in questo conduce le trattative con i comandanti di Palos per reperire barche e marinai utili all’impresa. E di grande fascino è anche – al primo piano – la sala Capitular, dove nello studio del viaggio si aggiungevano padre Pérez e i fratelli Pinzòn, i comandanti di Palos che avrebbero affiancato il navigatore genovese nell’avventura alla scoperta di quella che doveva essere la nuova via delle Indie. Ma fa effetto pure, per tornare al piano terra, il refettorio, con i suoi cinque tavolo di legno: è lì che, con i frati, mangiava Colombo.C’è poi la chiesa, con affreschi del V secolo: in una cappella si ammira la statua in alabastro della Vergine con il Bambino davanti alla quale Colombo si ritirava in preghiera  (ancora oggi è la patrona di Palos: ogni agosto viene portata in città per le feste religiose). Ma qui sono raccolte anche le spoglie mortali di uno dei fratelli Pinzòn, Martìn Alonso, il comandante della Pinta.  Ingresso 3 euro, audioguida 1,50 euro.

    Si può  vedere anche la Casa Museo Martin Alonso Pinzon, il capitano della Pinta, si trova proprio nel paese di Palos, l’ingresso costa e 1.00, ma si può anche evitare.

    Infine un pò di  curiosità sulle caravelle di Colombo: La Santa Maria era l’ammiraglia e, appunto, non era una caravella, ma una nave. Era comandata dal suo proprietario, Juan de la Cosa, originario di El Puerto de Santa Maria (in provincia di Cadice), e il nome con la quale la nave è universalmente nota potrebbe derivare proprio dalla cittadina andalusa, tra l’altro una delle patrie dello sherry. Ha avuto, va aggiunto subito, una fine tanto prematura quanto tragica: nella notte di Natale del 1492, una notte calmissima, mentre tutto l’equipaggio dormiva e in plancia era rimasto solo un giovane mozzo, si incaglia nella barriera corallina di Haiti: il suo relitto è stato ritrovato solo nel 1968. Erano invece due caravelle la Niña e la Pinta. La prima è universalmente nota poiché il suo nome deriva dal suo proprietario, Juan Niño, mentre la Pinta (“dipinta”) deve il suo nomignolo dai colori vivaci con i quali, appunto, era stata decorata. E’ da questa caravella che Rodrigo de Triana avvista per primo le coste del continente americano



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