• Rothéneuf e le rocce scolpite

    Uscendo da Saint Malo, a pochi chilometri, nei pressi della località balneare di Rothéneuf, si trova una scogliera a picco sul mare che, grazie al lavoro di un Abate, un certo Fourè è stata creata una vera e propria opera d’arte sulle rocce.  Infatti passeggiando su queste rocce vi imbatterete in centinaia di figure dalle forme più disparate: volti umani, animali, soggetti religiosi e figure fantastiche. Non si conosce il numero esatto di queste opere che potrebbe oscillare tra le 200 e le 300, l’ imprecisione è causata dal fatto che, nel corso degli anni, l’azione delle maree, dei visitatori, del vento, delle tempeste, delle onde, hanno rovinato e fatto scomparire parte di queste opere, pensate che si racconta anche che le rocce in origine fossero colorate, ma ad oggi non resta alcun tipo di traccia cromatica.

    Ma da dove è nata l’idea di scolpire delle rocce sulle scogliere? All’età di 55 anni, l’Abbe Fouré fu colpito da un ictus, che lo lasciò senza udito e senza voce e decise di ritirarsi  nella scogliera di Rotheneuf come un eremita. Forse da quella patologia invalidante trasse il desiderio di dare voce alle pietre, sprigionando il mondo che aveva dentro di sé. Un lavoro, che durò circa una quindicina d’anni.  Accanto ad ogni figura, pare che l’abbé Fouré avesse apposto ad ognuna delle sculture anche un  nome ispirandosi a personaggi della letteratura o della storia.

    Vi sono anche molte scene religiose: penitenti, scene della vita di Saint-Budoc, architetture che ricordano delle chiesette o dei chiostrini… A questo punto, ci sorge una curiosità: chi era San Budoc? E perché l’abate Fouré lo teneva in grande considerazione, tanto da dedicargli statue, altari e quant’altro? pochissimi testi parlano di questo santo bretone. La vita meravigliosa di Saint-Budoc (anche detto Budeux e Beuzec) è avvolta nella leggenda e nel mistero; sarebbe vissuto intorno al VI secolo d.C. ed è indicato come vescovo ed eremita. La sua nascita avvenne in modo prodigioso: sua madre, la principessa Azenor (figlia del re di Brest), era stata accusata ingiustamente di adulterio dal suo sposo, il Re di Goello (Tréguier) e, con in grembo il futuro Budoc, fu gettata nell’oceano in una botte, che incredibilmente arrivò sulle coste dell’Irlanda, dove venne trovata da Santa Brigida, che la sollevò, salvando così Azenor e permettendo così la nascita di Budoc in mare. Siccome la causa di tutte le maldicenze era stata la matrigna di Azenor, in punto di morte la malvagia decise di ritrattare e così mamma e figlioletto poterono rientrare di nuovo nella Reggia di Brest. Budoc fu cresciuto ed educato nel monastero di Youghal, e più tardi divenne il suo abate. Divenuto vescovo di Dol, in Bretagna, governò la Chiesa per 26 anni. Cominciamo a comprendere che forse l’abate voleva in qualche modo emulare la propria vita sul modello dell’Eremita Budoc. Aveva, non a caso, fatto scrivere “Casa dell’Eremita”, sulla porta di casa sua.

    Note pratiche, come arrivare: Indirizzo: Chemin des Rochers Sculptés, 35400 Saint-Malo, Francia. Aperto 09.00-12.00 e 14.00-18.00

    Da Saint Malo, seguendo le indicazioni per le Rocce scolpite (circa 9km) si arriva a un gruppetto di case davanti a cui si può lasciare la macchina gratuitamente. Proseguite a piedi fino ad arrivare al ristorante Le Bénétin che offre una splendida terrazza sul mare. A pochi passi si trova un baracchino che funge da biglietteria (il prezzo del biglietto è di 2,5€ a persona); da lì, camminando sulla scogliera, vi troverete direttamente sull’opera d’arte. Tempo di visita consigliato: 20/30 minuti

    info sulla visita: sulla destra, appena si accede al sito, appaiono cinque figure dal volto burlesco. Sulla sinistra, alcuni identificano un personaggio egiziano, un guerriero romano e ancora un patriarca (dei corsari?) ai cui piedi stanno dei mostri marini. Dirigendosi verso destra, si curva, seguendo la conformazione naturale della scogliera e si trova uno spiazzo rifinito con un sedile a semicerchio, contornato da busti scolpiti entro nicchie. Più avanti è rappresentata la cappella di Saint- Budoc, che dovrebbe equivalere al “paradiso”, oltre il quale si trova un “grottino”. Bisogna anche usare cautela nel muoversi perché la scogliera precipita con un salto vertiginoso, da questa parte. Ritornando sui propri passi si passa l’abisso dell’inferno, o il salto della morte, prolungato da una scalinata che porta alle scogliere.

     



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