• Viaggiare attraverso l’arte

    Se la montagna non va da Maometto è Maometto che va alla montagna, certo perché se in questo momento è difficile poter viaggiare cerchiamo sempre di utilizzare la nostra fantasia andando incontro al mondo. Come? Uno degli aiuti più grandi ci viene proprio dal mondo della cultura. Nel periodo del #iorestoacasa molti musei, mostre d’arte ed incontri culturali ci hanno aiutato permettendoci di visitare gratuitamente luoghi che mai avremmo potuto vedere, e questo grazie all’aiuto del web e dei numerosi link a disposizione.  Ma se volessimo sognare un po’ di più? Bene, immaginate 8 quadri di grandi artisti, osservateli e vedrete che sarà facile viaggiare con la mente e vedere bellissime città e luoghi. Io vi suggerisco i miei otto quadri, che ho avuto la fortuna di vedere nei miei viaggi, ed ora, rivedendoli, ricordo i luoghi che molto spesso hanno ispiratio o dove hanno vissuto gli artisti.

    Il primo autore che mi viene in mente e Van Gogh, olandese di origine, ma che deve la sua grande produzione pittorica proprio nel periodo di permanenza in Francia, nella bellissima Provenza. E così se parlando di Van Gogh vi vengono in mente i suoi girasoli o i campi di grano, sappiate che li ha dipinti proprio mentre risiedeva ad Arles e nel epriodo in cui era rinchiuso nel manicomio di Saint-Rèmy. La Notte Stellata, realizzato nel 1889 e conservato al Museum of Modern Art di New York, raffigura proprio un paesaggio notturno di Saint-Rémy-de-Provence, poco prima del sorgere del sole. La bella cittadina provenzale è dipinta nella sua quotidianeità, una chiesetta con un alto campanile, delle semplici case di campagna con le finestre illuminate, all’orizzonte colline e montagne lontane. Il paesaggio notturno dipinto dal pittore olandese è stato identificato con uno scorcio che doveva vedersi dall’interno della sua camera d’ospedale, menttre era ricoverato perché accusato di essere un malato di mente. Sempre dalla sua stanza, il pittore osservava i tanti campi di grano e mietitori che aravano i campi, e le enormi distese di campi di olivo. Una vacanza in Provenza, se siete amanti di Van Gogh, vi farà scoprire tanto della vita di un artista non amato e capito nella sua epoca.

    Le ninfee bianche di Monet vi trasporterà nella bellissima casa del pittore situata a Giverny nel nord della Francia. Questo quadro si trova oggi esposto a Mosca nel Museo Puskin, ma visitare la casa dell’artista vi farà rivivere il dipinto. L’opera è del 1899, ed è una delle prime tele della serie delle ninfee, argomento che continuerà per tutta la vita, anche quando fu colpito da una grave malattia agli occhi. Il quadro di cui vi parlo venne realizzato nel momento in cui si andò a vivere nella sua casa di Giverny, poichè rapito dalla bellezza del paesaggio, e vi trovò il luogo ideale per praticare le sue due passioni: la botanica e la pittura, infatti in questa casa allestì un atelier maestoso per le sue tele. Le ninfee ed il famoso ponte giapponese erano le immagini che vedeva quotidianamente nel laghetto vicino casa, uno specchio d’acqua ottenuto grazie alla deviazione di un affluente dell’Epte. Davanti alla casa, si trovava un orto che egli trasformò in un giardino vibrante di colori, coltivando numerose specie di fiori che ancora oggi sbocciano in diversi periodi dell’anno. In previsione di un viaggio in Normandia non fatevi mancare una sosta alla casa del pittore http://fondation-monet.com/

    Un quadro non molto noto ma che è uno dei più belli che abbia mai visto è La figlia di Jorio del 1985 del pittore Francesco Paolo Michetti. La tela si trova esposta nel Palazzo della Provincia di Pescara, ed è molto grande, lunga 550 cm ed alta 280 cm. Protagonista nel quadro è appunto la figlia di Jorio che passa davanti ad un gruppo di uomini i quali la guardano esprimendo con i loro volti sentimenti diversi, la donna cammina con passo lungo, rapido e veloce perché non vuole vedere e non desidera essere vista, infatti con le mani apre il manto solo per scorgere la strada. Il pittore lo dipinse in meno di una settimana, ma da anni lo aveva in mente, sin da quando era stato ispirato da un avvenimento vissuto nella vicina Tocco da Casauria insieme all’amico Gabriele D’Annunzio, cioè quando vide arrivare una donna di corsa perché infastidita da alcuni uomini ubriachi. A fare da sfondo alla scena è la maestosa Majella in tutta la sua magnificenza profilo montuoso è messo ben in risalto dal colore terso e luminoso del cielo azzurro. Questo angolo di montagna che è riprodotto nel dipinto è visibile ancora oggi dal piccolo paesino di Orsogna in Abruzzo dove il pittore studiava.

    Il Canal Grande da Ca’ Foscari verso il ponte di Rialto del Canaletto vi trasporterà magicamente a Venezia, chi più di lui ha saputo dipingere la splendida città lagunare? Una splendida veduta del Canal Grande ripresa dalla Ca’ Foscari ci dipinge una Venezia tipica con le sue gondole, è come se l’artista avesse fotografato una normale giornata veneziana. Canaletto era solito girare per la città portando con sé un taccuino, fermandosi davanti alle calle e ai canali ritraendo chiese, palazzi, rive, realizzando schizzi presi dal vero dei vari luoghi della sua Venezia, con l’intenzione di metterli poi in pittura. Si annotava tutto quello che vedeva, nomi di strade, il numero delle finestre di una casa, i nomi delle botteghe i colori dei palazzi, e poi tornava nel suo studio e cominciava a dipingere tutto quello che aveva visto, un vero anticipatore della macchina fotografica. Osservando tutti i suoi quadri vi sembreràdi visitare Venezia a piedi.

    la Polinesia Francese è da sempre una meta ambitissima da chiunque e lo è stata sicuramente anche per il pittore Gauguin che la scelse come meta per trascorrere i suoi ultimi anni di vita e fu il luogo dove diede vita alla sua produzione artistica migliore. Dopo la rottura con Van Gogh arrivò a Tahiti nel 1891 per andare alla ricerca di un’arte semplice e ritrovare il contatto con la natura. Arrivato a Papeete, il porto più importante dell´isola, ne restò deluso perchè l´ambiente era troppo contaminato dagli europei; si trasferì così a Mataiea, dove l´ambiente invece era ancora puro e selvaggio e visse in una capanna di soli bambù, immersa nella vegetazione e davanti una splendida laguna. Qui realizzò le sue opere migliori tra le quali Due donne tahitiane sulla spiaggia del 1891, olio su tela oggi esposto a Parigi nel Museo D’Orsay. Quest’opera è quella che meglio rappresenta il suo amore per i posti lontani privi di ogni influenza occidentale. Come non sognare con i suoi quadri di trovarsi su questa isola meravigliosa?

    La Stradina di Delft è uno dei pochi quadri del pittore fiammingo Vermeer ambientati in città. Ci sono voluti molti anni, ma nel 2015 un ricercatore dell’Università di Amsterdam ha riconosciuto la strada raffigurata nel quadro, che si trovava in uno dei quartieri più poveri della città. Lo scorcio raffigura Vlamingstraat all’altezza dei civici 40 e 42 e diversi studi hanno dimostrato che la casa a destra apparteneva alla zia vedova di Vermeer, che is guadagnava da vivere vendendo trippa. Sicuramente questo dipinto è legato all’infanzia dell’artista. Oggi è visibile solo un dettaglio di quelli raffigurati dal pittore, perché la maggior parte degli edifici lì presenti nel 1658 sono stati abbattuti. Il dipinto è conservato nel Rijksmuseum di Amsterdam, uno dei musei più belli che abbia mai visto e che dovete assolutamente visitare. Delft gode di fama mondiale, grazie a Johannes Vermeer, la ceramica Blu Delft e la Casa Reale. Rivivi il suo passato glorioso, passeggiando lungo i canali, tra le chiese, le residenze e i cortili.

    Tra i pittori fiamminghi vorrei ricordare il capolavoro assoluto del maestro Jan van Eyck e di suo fratello Hubert, l’Adorazione dell’Agnello Mistico è il più grande polittico del Rinascimento realizzata per la Cattedrale di San Bavone – Sint-Baafs a Gent. Dipinto a olio su 12 pannelli di legno di quercia, mette in scena il tema della Redenzione.  L’opera non ha avuto vita facile: ha subito smembramenti e mutilazioni per i motivi più vari, dai nudi “troppo conturbanti” di Adamo ed Eva spostati in sacrestia, al furto nel 1934 di un pannello mai più ritrovato; è stato merce di scambio tra Germania e Belgio dopo la Grande Guerra, poi sequestrato da Hitler e sepolto in una miniera di sale negli anni Quaranta. Pare che finalmente abbia trovato pace nella sua città natale, dove la puoi ammirare nella Cattedrale. Una visita a Gent in Belgio, si rivelerebbe un’ottima base di partenza per visitare le Fiandre, chi ama l’arte, ama la bellezza e, nelle Fiandre, la bellezza è in ogni angolo, da Bruxelles a Bruges, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

    Uno dei quadri più famosi del pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir è il Bal au moulin de la Galette del 1876, conservato al Museo d’Orsay di Parigi che rappresenta uno spaccato della vita mondana di Parigi durante la Belle Époque. Al Moulin, situato nel quartiere di Montmartre,  trovò il luogo adatto, pieno di giovani che venivano per discutere, parlare, bere. Lo frequentò per sei mesi per coglierne l’atmosfera tipicamente parigina, che coinvolge anche le classi popolari che trovano i loro luoghi di svago nei bar lungo la Senna per una vita apparentemente senza pensieri. Attualmente esiste solo il ristorante “Moulin de la Galette” il cui ingresso, all’angolo della rue Lepic, è sormontato dal Moulin Radet, ancora in discreto stato.

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