• Bominaco, città d’arte

    Bominaco, città d’arte, questo è quello che trovi scritto sul cartello non appena entri nel piccolo paese in Abruzzo in provincia dell’Aquila,   una località nei pressi della Piana di Navelli  situata subito dopo Caporciano. Bominaco è piccola, pensate che ci sono solo 50 abitanti, ma se è vero che come dice il detto “il vino buono è nella botte piccola“, bhè, Bominaco sicuramente ne è l’esempio vivente.

    Seppur piccola, Bominaco conserva un vero gioiello d’arte ed un passato ricco di storia. Qui potrete visitare l’Abbazia di S. Maria Assunta, l’oratorio di San Pellegrino e perfino un castello. Organizzate una visita e non ve ne pentirete. Potrete raggiungere il borgo anche in moto se amate i panorami e le belle strade. Un parcheggio gratuito è a disposizione dei turisti. Le tre visite si possono effettuare insieme, essendo tutte vicine le une e le altre. Un consiglio: se decidete di visitare l’abbazia e l’oratorio chiedete una visita con una guida. Le guide non si prenotano anzitempo, ma una volta arrivati potete chiamare e telefonare al numero che troverete fuori il cancello ed in un battibaleno arriveranno. Nei fine settimana, quando c’è più afflusso di turisti, sono praticamente già sul posto. Il prezzo della guida è ad offerta. (per maggiori info: https://www.parrocchiabominacocaporciano.it/)

    La visita si svolge visitando prima l’Abbazia, che ad oggi viene utilizzata soprattutto per celebrare matrimoni. Sono le guide ad aprire sia l’abbazia che l’oratorio, altrimenti sarebbe impossibile visitarli da soli.

    interno Abbazia

    All’interno dell’abbazia sono stati recuperati diversi affreschi, andati persi quando la chiesa, a seguito di un violento terremoto, venne ricostruita in stile barocco. Solo sapienti lavori, in epoca più moderna, sono riusciti a riportare alla luce le vere origini dell’abbazia, che inizialmente era in stile romanico. All’interno un bellissimo ambone ed un altrettanto interessante Ciborio sottolineano il pregio di questa Abazzia, nata nel X secolo. L’interno si presenta a tre navate suddivise da colonne di spoglio e capitelli corinzi con decorazioni vegetali.

    L’oratorio vi lascerà di stucco per la sua bellezza e la grande quantità di affreschi presenti nelle sue pareti e questo spegherebbe perchè  l’Oratorio di San Pellegrino è stato soprannominato la “cappella Sistina d’Abruzzo”. Gli affreschi sono una testimonianza dell’arte medioevale in Abruzzo ed è dedicato a San Pellegrino, un martire della zona. L’oratorio è piccolo, è lungo meno di 19 metri e largo circa 6 metri, ma è un condensato di arte pittorica dai colori vivacissimi  e ricchi di storia.

    Sugli affreschi delle pareti viene riportata la storia di Cristo, dalla nascita alla resurezzione, e vengono rappresentate anche momenti di vita di Gesù che non ci sono mai state tramandate, come la storia delle due levatrici intente a lavare un Gesù già grandicello. Una delle donne e ha il braccio scoperto perchè miracolata da Gesù. Credendo in lui il suo braccio rovinato è improvvisamente guarito. L’altra levatrice ha invece il braccio coperto, lei ha messo in dubbio l’esistenza di Dio il suo braccio sano improvvisamente si è ammalato.

    Altrettanto interessanti sono i mesi che vengono tramandati con un calendario ed addirittura raffigurano i segni zodiacali. Il mese di Gennaio è rappresentato da un uomo che beve vino, Febbraio da un uomo che pota un albero, Marzo da un uomo dormiente, Aprile da un uomo che tiene due fiori, Maggio da un uomo a cavallo con un fiore, Giugno da un uomo che coglie il frutto e così via. Non manca la rappresentazione dell’Inferno e del Paradiso, e infine l’immagine gigante di san Cristoforo non a caso dipinta vicino la porta di uscita, perchè un detto diceva che chi iniziava la giornata vedendo l’immagine di San Cristoforo in  quel giorno di sicuro non sarebbe morto.

    Usciti dall’Oratorio non perdetevi una visita ai resti del castello. Il castello si rtrova di fronte il complesso monastico, ma bisogna camminare per circa una ventina di minuti prima di raggiungerlo in cima alla montagna . Nulla di faticoso, ma impossibile andare con bambini piccoli o carrozzine. Salendo si gode di un bel panorama. Il castello è diroccato e si può visitare liberamente senza pagare l’ingresso. Anticamente è stato un luogo di importanza strategica grazie alla sua posizione sul monte Boria. Il primo insediameto risale all’epoca normanna (x secolo) ed il ruolo che ha avuto è stato sempre  difensivo e veniva aperto alla popolazione solo in caso di assedio. Ancora oggi all’interno del castello è possibile vedere i resti delle degli ambienti che venivano utilizzati per conservare le derrate alimentari e ospitare i soldati.

    Del Castello è rimasta intatta solo una torre. Passeggiate all’interno e godrete di un fantastico paesaggio.

    Alla fine delle visite, se avete ancora tempo potrete concludere la vostra visita andando a visitare l’Eremo di San Michele, che si raggiunge tramite sentiero dal borgo di Bominaco in pochi minuti. L’eremo è una piccola grotta dove si trova un altare. Secondo la tradizione, il santo passò qui, ma alla fine dell’XI secolo San Tussio, monaco eremita nativo di Bagno, visse per molti anni in questa grotta e ora le sue ossa sono conservate nella chiesa di San Marco a L’Aquila. Nella ricorrenza dell’8 maggio numerosi fedeli, dopo la celebrazione della Messa nella chiesa di Santa Maria Assunta, si recano in processione al santuario per assistere alla funzione liturgica. L’eremo è chiuso da un cancelletto, quindi la grotta è visitabile solo dall’esterno.

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